Nato, un miliardo da investire in startup. Ecco come vuole spenderlo

Nato, un miliardo da investire in startup. Ecco come vuole spenderlo

Nato, un miliardo da investire in startup. Ecco come vuole spenderlo


Mons e Bruxelles – Se per la politica il 2023 sarà l’anno in cui scegliere chi prenderà il posto di Jens Stoltenberg come segretario generale della Nato, per il mondo dell’industria e della tecnologia l’attesa è tutta rivolta all’avvio di Diana, l’acceleratore di startup dell’Alleanza nord atlantica. Un programma per reclutare aziende innovative in campi come intelligenza artificiale, robotica, biotecnologie, quantum computing, cybersecurity e spazio, che viaggia a braccetto con un fondo da un miliardo di euro, da investire nella crescita delle società ritenute più interessanti dai 30 alleati.

In entrambi i casi, risposte dovranno arrivare dal vertice della Nato in programma a giugno dell’anno prossimo a Vilnius, in Lituania. La tabella di marcia stabilita dall’Organizzazione per il trattato dell’Atlantico del nord è che in quell’occasione Diana, finora solo un acronimo (acceleratore di innovazione per le difesa dell’Atlantico del nord) che ha ingolosito molto il settore dell’industria della difesa, tagli il suo primo traguardo. “L’idea è di stabilire chi saranno gli innovatori che lavoreranno con noi in tempo per il summit”, spiega Phil Lockwood, a capo dell’unità di innovazione in un colloquio con Wired nel quartier generale della Nato a Bruxelles. 

I punti:

  1. Tabella di marcia
  2. Il fondo innovazione
  3. Un sistema innovativo di bandi
David van Weel, assistente segretario generale dell'Organizzazione della Nato per le sfide emergenti della sicurezza

Primo bando di Diana, l’acceleratore dell’Alleanza per reclutare imprese innovative in tecnologie di frontiera come intelligenza artificiale e robotica al servizio della difesa. Altre due gare previste il prossimo anno

Tabella di marcia

Riavvolgiamo il nastro. In questo momento Diana è ancora un nome a cui dare corpo. Ci sono gli impegni dei vertici Nato, un calendario di iniziative, due sedi regionali (in Canada e Regno Unito) e una rete di nove acceleratori e 63 centri di test. “Non possiamo continuare con le vecchie maniere burocratiche di fare business – dice a Wired il vicesegretario dell’Alleanza, Mircea Geoană -. La velocità di trasformazione è talmente intensa, la competizione è talmente intensa. E dobbiamo lavorare con il settore privato, che oggi produce la tecnologia che serve anche al settore della difesa”.

Il prossimo passo è nominare il direttore generale di Diana. La Nato, che si è affidata alla piattaforma True, conta di farlo entro fine anno. Ad aprile 2023 si terrà la prima delle tre gare per selezionare le startup, come ha annunciato David van Weel, assistente segretario generale dell’organizzazione. 

Sono ancora in via di definizione i settori dei primi bandi. La parola spetta ai 30 alleati. Lockwood, ad ogni modo, anticipa che, da un lato, “l’Europa sta affrontando una crisi legata alla sicurezza energetica e questo si lega ai nostri impegni sul clima”. Dall’altro, prosegue, “l’intelligenza artificiale copre molte delle nostre tecnologie emergenti e dirompenti (edt, emerging disruptive technologies, ndr) e mi aspetto che una call possa occuparsene”. 

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg

Ai blocchi di partenza Diana, l’acceleratore dell’Alleanza, e un Fondo innovazione. Intelligenza artificiale, biotech, computer quantistico, spazio e cyber al centro degli investimenti. Scelti in Italia i centri per testare le nuove tecnologie

Il fondo innovazione

In parallelo viaggia il Fondo innovazione da un miliardo di euro, che dovrà piazzare fiches sulle startup più meritevoli selezionate da Diana. “È il primo fondo di venture capital sovrano multinazionale. Il volume di un miliardo di non è molto, ma stiamo cercando di adattarci alla realtà”, spiega Geoană. E aggiunge: “Se gli innovatori saranno selezionati da Diana, potranno accedere al nostro denaro e quando saranno maturi, potranno andare sul mercato o dai più grandi fondi di venture capital”. Anche in questo caso il traguardo è il summit di Vilnius, il modo che il fondo possa staccare i primi assegni non appena saranno selezionate le startup.



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di Luca Zorloni www.wired.it 2022-11-11 06:00:00 ,

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